Showroom
La politica dell'azienda è stata fin dall'inizio orientata al controllo totale su tutte le fasi dell'attività, quindi controllo stretto sulla progettazione, che quando era affidata a professionisti esterni veniva poi ingegnerizzata all'interno; controllo stretto sulla produzione che si svolgeva tutta all'interno degli stabilimenti compresa la realizzazione di accessori e ferramenta; controllo diretto sulla vendita, il trasporto - attuato con mezzi propri -, il montaggio realizzato da personale interno e l'assistenza post-vendita.
Conseguenza di questa impostazione è stata la creazione di una rete di showroom proprietari, le "filiali", gestite sotto il controllo della sede centrale con personale interno.
Dopo il primo showroom di Roma, in largo dei Lombardi, allestito su progetto di Ico Parisi e inaugurato nell'ottobre del 1958, due anni dopo apre Napoli, in via Filangeri, la cui inaugurazione è arricchita dalla presentazione di un lavoro di Renato De Fusco, questa scelta è dettata da una scommessa di espansione al sud, area sostanzialmente vergine, in questa direzione andrà poi l'apertura di una sede a Bari.
Seguendo la logica di espandersi in zone vergini ma ricche di utenza porta all'apertura, due anni più tardi, della filiale di Bologna, in viale Marconi, l'allestimento è firmato da Bruno Munari. Il maestro milanese aveva da poco rivoluzionato il marchio dell'azienda creando il logo modulato su tre quadrati che resterà invariato fino ad oggi, e proprio "la scoperta del quadrato", dal saggio dello stesso artista, sarà la mostra che viene allestita per l'inaugurazione.
A metà degli anni Sessanta inizia un rapporto con Luigi Pellegrin, noto soprattutto per le opere di architettura scolastica e per una personale ricerca nell'ambito della prefabbricazione. L'architetto realizza nel 1964 l'ampliamento dello stabilimento di Roma e, soprattutto, la ristrutturazione dello showroom di largo dei Lombardi che si amplia fino ad occupare tutto il piano terra del fabbricato, allestimento vincolato dalla Soprintendenza alle Belle Arti. L'architetto romano, ma nato a Parigi da genitori friulani, realizza poi il negozio di Milano alla Torre Velasca, all'inaugurazione di quest'ultimo viene presentata la serie di sedute Vignola disegnate dallo stesso Pellegrin.
Nel 1965 chiude il negozio di Milano a piazza Velasca e apre uno showroom, in via Cerva, questa volta su disegno di Marco Zanuso con cui l'azienda aveva iniziato un rapporto finalizzato allo sviluppo di una serie di mobili per ufficio che vedrà la luce nel 1969.
In quegli stessi anni, con l'affermarsi della Comunità Europea, nasce la MIM-Benelux e vengono aperti gli showroom di Bruxelles e, pochi anni dopo, quello di Parigi, particolarmente interessante quest'ultimo per il notevole intervento architettonico che ristruttura completamente la facciata del palazzo, stesso impegno viene profuso subito dopo anche nell'apertura del terzo showroom milanese, in via Durini dove una interessante soluzione adottata per le vetrine risolve lo sfalsamento dei solai interni influenzando anche i negozi limitrofi.
Lo sviluppo delle attività della MIM e delle società ad essa consociate è tale che alla metà degli anni Ottanta saranno aperti al pubblico undici filiali in Italia e cinque all'estero, l'elenco è lungo: due a Roma poi Milano, Torino, Pordenone, Padova, Genova, Ferrara, Modena, Bologna, Napoli, Bari, e all'estero Parigi, Bruxelles, Gand, Anversa.
Il controllo diretto delle filiali consentiva un miglior rapporto con la clientela, soprattutto nella fase di sviluppo di progetti importanti in collaborazione con i professionisti esterni, ma anche la possibilità di usare i negozi come luoghi di incontro e di sviluppo di relazioni attraverso la frequente organizzazione di mostre, conferenze e convegni, spesso in concomitanza con la inaugurazione di nuovi punti vendita o alla presentazione di nuovi prodotti.